Arezzo, piccolo gioiello dell’urbanistica toscana medievale, famosa per le sue tre croci, per Petrarca, per il ciclo di affreschi di Piero della Francesca e per l’artista e critico Giorgio Vasari, è anche un interessantimo luogo da visitare per gli amanti del dolce stil tipografico. Insieme ai piccoli centri limitofri, come Cortona, Arezzo era ricca di tipografie di medie e grandi dimensioni, attive principalmente per le numerose sedi ecclesiastiche, per aziende pubbliche e private e attività commerciali. Negli anni il progresso tecnologico ha velocemente fagocitato e mutuato tecniche e modi (vabbè, che ve lo dico a fà?), ma è ancora possibile conoscere chi, pochissimi, stampa ancora con gli stessi caratteri mobili nelle stesse macchine tipografiche d’antan. Chi aspetta la pensione, chi per passione, chi per intelligente conservazione e come mezzo d’espressione.
Collocate sulla medesima viuzza che sale verso la Cattedrale, una tipolitografia che realizza ancora stampati con una Heidelberg, e poi la Tipografia Sociale dove al piano inferiore c’è il digitale e nel soppalco scaffalature di bellissimi caratteri in legno e un tirabozze 50×70. Paolo, che ora ha dato in gestione l’attività al figlio, mostra con orgoglio tutti i suoi lavori che ha conservato: manifesti 3metri x6 realizzati con il tirabozze (*_*), locandine per eventi culturali e sagre paesane, e per finire gli ultimi poster realizzati conAmos P. Kennedy e con gli allievi che hanno frequentato i loro workshop.
Vicino alla chiesa di San Domenico, l’abitazione e l’atelier della coppia più bella d’Arezzo:Monica Dengo & Massimo Pesce. Sopra, l’atelier e lo studio (dove vengono tenuti anche workshop di calligrafia), sotto un garage, metà garage metà tipografia, dove un tirabozze, scaffali e cassettiere di caratteri (tantissimi e fichissimi) condividono lo spazio con moto da cross de na certa età. Magia!